Il resto di niente – campo e controcampo. 

Il dispositivo cinematografico dentro il racconto del film

Montaggio di Elisabetta Giannini – riprese backstage di Luca Musella 

Questo studio sul film di A. De Lillo è stato realizzato senza scopo di lucro e a beneficio degli studenti e di tutti coloro che amano il cinema 

Il film di Antonietta De Lillo Il resto di niente, tratto dall’omonimo romanzo di Enzo Striano (protagonista Eleonora de Fonseca Pimentel nel contesto della rivoluzione napoletana del 1799), è stato presentato alla Mostra del Cinema di Venezia nel 2004 e da allora non ha mai smesso di essere proiettato: soprattutto nelle scuole napoletane è stato accolto calorosamente da molti docenti che hanno voluto mostrare il film, a scopo didattico, ai propri studenti. 

Il resto di niente racconta di una rivoluzione fallita, che continua a vivere nel cuore di molti napoletani.  Il film si sposta da un racconto storico verso un versante più intimo, nel tentativo di delineare i conflitti  interiori di una donna libera, come ha avuto occasione di dire il maestro Bernardo Bertolucci: “Antonietta De Lillo e Maria De Medeiros hanno dato vita a un fantasma che vive dentro molte altre donne e probabilmente dentro molte altre persone”. 

Il resto di niente – campo e controcampo è uno strumento particolare, che intende inserire il dispositivo cinematografico dentro la narrazione storica e letteraria (anche emotiva) del film, sottolineando un gioco di rispecchiamento, svelando allo spettatore come la macchina da presa  si sostituisce agli occhi della protagonista e degli altri protagonisti, in una fluida continuità e in una tensione che si travasa dal set al film, senza separazione. 

 Questo studio diventa uno strumento utile per gli studenti e gli appassionati, svelando come il cinema sia una macchina complessa ma anche armoniosa, con uno stile che afferma soggettive rigorosamente eseguite con la camera a mano e oggettive realizzate con la steadycam.  Soltanto quando la protagonista si ritrova sola con i propri fantasmi, la mdp si muove con un lento avvicinamento cogliendone così il suo stato emotivo. 

Il resto di niente – campo e controcampo, è uno strumento valido anche per cercare di capire le intenzioni della regista del film: l’idea di base è quella di rivoluzionare il bel libro di Enzo Striano pur rimanendo fedele allo spirito dell’autore e  di non guardare la Storia come un qualcosa di lontano e di distante dal nostro tempo, ma, al contrario, come il controcampo del nostro presente.